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Recensione: Il libro degli specchi, di E. O. Chirovici


Avevo sentito parlare di questo libro già da un paio di mesi, la notizia che i diritti fossero stati venduti in 38 paesi prima ancora della sua uscita mi aveva suscitato un notevole stupore e la trama particolarmente interessante aveva fatto il resto. Così appena l'ho visto sullo scaffale in libreria non ho proprio saputo resistere e l'ho portato a casa con me. È stata una lettura che ho cercato di non terminare troppo in fretta, per godermi ogni pagina, nonostante la curiosità fosse al limite. È un libro davvero particolare con una trama ricca di misteri e colpi di scena e io cercherò di parlarvene senza rivelarvi troppo rovinandovi la sorpresa.

Già dalle primissime pagine ci troviamo catapultati nella storia grazie all'estratto che Richard Flynn, il nostro scrittore, fa reperire all'agente della Bronson & Matters in cui rivela di essere in possesso della verità riguardante un caso di omicidio svoltosi 30 anni prima. Questo e lo stile di scrittura particolarmente accattivante spinge l'agente Peter Katz ad accettare la proposta dello scrittore a ricevere l'intero manoscritto a scopo di pubblicazione ma non riuscendo a mettersi in contatto con lui chiede l'aiuto di un giornalista per scoprire più informazioni possibili circa la veridicità delle tesi sostenute nell'estratto. Nonostante sembrasse apparentemente facile l'impresa di recuperare un manoscritto, si rivelerà un intricato mistero fitto di contraddizioni dove ognuno dice la propria verità e tutti mentono, attraverso le indagini del giornalista prima, e di un detective in pensione poi, solo alla fine di questo "Romanzo-giallo" riusciremo a scoprirne di più, arrivando a capire quanto sia effettivamente verità e quanto frutto della fantasia dei personaggi.
Avevo aspettative molto alte su questo libro e devo dire che non sono rimasta delusa, lo stile di scrittura, il ritmo e il linguaggio spesso forbito denotano una grande capacità narrativa dello scrittore che trascina il lettore con se pagina dopo pagina. La trama è molto originale e l'unica cosa che mi è piaciuta poco è stata quella di non aver approfondito maggiormente sull'aspetto e i meccanismi psicologici, per il resto libro decisamente consigliato!



"Le sue risposte erano state precise- forse troppo precise- anche se per ben due volte aveva ripetuto di non ricordare bene i particolari."


Trama:

Peter Katz ha alle spalle una lunga carriera in una delle agenzie letterarie più  importanti di New York, e ormai quasi nulla può  sorprenderlo. Ma il manoscritto che quasi per caso inizia a leggere lo colpisce fin dalle prime righe. Non è solo la scrittura magnetica, non è  solo il coinvolgimento dell'autore a fargli capire subito che non si tratta di un romanzo come gli altri: chi scrive, un certo Richard Flynn, afferma di conoscere la verità su un famoso omicidio avvenuto quasi trent'anni prima, e di essere pronto a rivelarla nel suo romanzo.
La vigilia di Natale del 1987, in circostanze mai del tutto chiarite venne ucciso Joseph Wieder, un carismatico professore di psicologia all'università di Princeton. Accademico stimato ma anche molto discusso, Wieder esercitava un notevole fascino sulle studentesse come Laura Baines, la ragazza di cui Richard Flynn era innamorato. Ma in questa sorta di sbilanciato e torbido triangolo, a un certo punto, qualcosa andó storto.
Il manoscritto di Flynn è semplicemente eccezionale, ma purtroppo è incompleto: manca il finale. Determinato a non lasciarsi sfuggire l'occasione, l'agente letterario riesce a rintracciare l'autore, scoprendo però che è in fin di vita e che il resto del manoscritto è introvabile.
Inizia così un viaggio alla ricerca del finale perduto e della verità che porta con se. Un viaggio che diventa un'indagine sulla psiche e sul modo in cui la nostra memoria riscrive il passato, in un incerto, a volte ingannevole, gioco di specchi...

Spero di avervi incuriosito, buona lettura!

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