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Recensione: Fiori sopra l'inferno, Ilaria Tuti


"Secondo lei, il mostro è in ognuno di noi?" chiese. Sembrava scettico. "Ne sono convinta. Se sei fortunato, se il destino ti dà in dote una vita almeno decente, continuerà a dormine fino al tuo ultimo respiro. In loro, invece, è stato alimentato da abusi e traumi."


TRAMA «Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».

 Salve lettori, il libro di cui vi parlo oggi è il nuovo thriller pubblicato da Longanesi, libro d'esordio per la scrittrice Ilaria Tuti.

Tutto sembra tranquillo in un piccolo paese di montagna, non vi è criminalità, i bambini possono giocare sereni e l'unica cosa che sembra minacciare  il benessere degli abitanti è la costruzione di un impianto sciistico che deturperà il paesaggio, tutto perfetto insomma, troppo forse. Questa sarà la prima cosa che insospettirà il commissario Battaglia al ritrovamento di un cadavere nel bosco, ucciso in maniera brutale ma allo stesso tempo ordinata. Nessun indizio o sospettato sembra suggerire alla polizia qualcosa sul conto dell'assassino e la lunga l'esperienza di Teresa sembra suggerire che questo caso misterioso potrebbe non essere l'ultimo e che ormai rimane poco tempo.

La cosa che subito ho notato leggendo questo libro è che questo è quanto di più lontano potessi
immaginarmi, la trama è molto particolare e conduce il lettore verso un percorso inaspettato che fa venir voglia di rileggere il libro non appena questo sia stato concluso.

Uno dei migliori motivi per leggere questo libro è sicuramente Teresa Battaglia, commissario di polizia e donna incredibile. Il personaggio che la scrittrice è riuscita a creare è una persona vera,  credibile e autentica, in alcun modo stereotipata e che grazie anche alle sue fragilità e insicurezze riesce ad avere una sensibilità particolare per il lavoro che fa, riesce a vedere e a capire l'umanità negli assassini quando nessun altro saprebbe farlo.

“Vedono l’inferno che abbiamo sotto i piedi, mentre noi contempliamo i fiori che crescono sul terreno. Il loro passato li ha privati di un filtro che a noi invece è stato concesso.”

La vera meraviglia del libro però è data dalla scrittura, dai dettagli e dalle descrizioni in grado di rendere la natura viva davanti al lettore, si riesce a percepire l'aura di mistero e nell'aria si riesce quasi a percepire il profumo della foresta.

Leggere questo libro è stata un'esperienza sensoriale sotto tutti i punti di vista e lo consiglio vivamente agli amanti del genere thriller ma non solo, è un libro che può essere letto da chiunque abbia voglia di immergersi in una storia  di mistero, segreti e umanità, il tutto incastonato in un bellissimo territorio.


Commenti

  1. Letto e amato molto! Teresa Battaglia è una donna che non si dimentica e che secondo me, in futuro, ci riserverà non poche sorprese! :)

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  2. Sembra interessante, lo aggiungo alla mia TBR! 😊

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