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Recensione: Vox, Christina Dalcher



Nord | Cartaceo €19,00 | Ebook €9,99

“…mio marito dà un colpetto al dispositivo argentato attorno al mio polso sinistro. Un tocco leggero, come per condividere il mio dolore, o forse per ricordarmi di rimanere in silenzio fino a mezzanotte, quando il contatore si resetterà. Il contatore di mia figlia Sonia farà lo stesso. I miei figli maschi, invece, non hanno nulla al polso.”

TRAMA
Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi. Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne.



Salve lettori, dopo aver affrontato un blocco del lettore e un periodo lavorativo frenetico finalmente sono riuscita a tornare a leggere (e recensire) qualche libro. 

Come non tornare a scrivere con uno dei libri più chiacchierati dell'ultimo mese? Sto parlando di Vox, pubblicato da Nord e scritto da Christina Dalcher, autrice che sarà ospite a Bookcity (Info).

Ho comprato questo libro perchè sono stata catturata dalla trama e dall'alone di curiosità che circondava il libro già prima della sua uscita sia in Italia che all'estero.

La trama ci presenta una realtà distopica, non troppo lontana dai nostri giorni, in cui la società americana ha raggiunto un livello di repressione verso le donne tale per cui oltre ad essere private di innumerevoli diritti e libertà sono ora prive anche della parola. Sono solo 100 infatti quelle concesse e tenute sotto stretto monitoraggio da speciali braccialetti elettronici che, come una malsano sistema di apprendimento attraverso premi e punizioni, al superamento della soglia rilascia una scarica elettrica di intensità variabile. Nessuna viene esclusa da questo trattamento, non le bambine, non le scienziate di fama  nazionale come la protagonista Jean, esperta nello studio sull'afasia che da un giorno all'altro vivrà sulla propria pelle l'ironia di non essere in grado di esprimersi a parole.

Nella prima metà il libro è molto narrativo e si focalizza sull'approfondimento delle dinamiche sociali e familiari della protagonista come il difficile rapporto con il figlio adolescente e i timori per il futuro di sua figlia, stretta anch'essa in una morsa di silenzio.
Nell'ultima parte, invece il libro prende una piega decisamente più thriller ma non perfettamente riuscita a mio parere in quanto  viene spostato il focus principale narrativo e in alcuni punti la trama e il finale stesso ne hanno risentito.

Il libro presenta chiari riferimenti di critica alla società odierna maschilista  e questo è il motivo principale per cui è stato presentato come "manifesto del #metoo".
Una cosa che mi è mancata particolarmente è la caratterizzazione psicologica dei personaggi, spesso abbozzati e privi di un vero e proprio spessore rendono difficile al lettore l'identificazione nonostante il contesto si presti molto. 

Essendo la protagonista di origini Italiane ho notato molti luoghi comuni che l'autrice ha inserito e per quanto apprezzi il riferimento al dialogo gestuale tipicamente italiano usato come paragone con  una società  costretta al mutismo e quindi ottimo per lo scopo narrativo, altre mi sono sembrate leggermente più forzate.



Vox è sicuramente un libro piacevole da leggere e lo consiglio anche se non ha soddisfatto le mie aspettative in pieno, forse perchè ho idealizzato troppo il libro prima dell'effettiva lettura. 


Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, se l'avete letto commentate con i vostri pareri.

 Buona Lettura!

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