"Sapere è bene. Sapere tutto è meglio."
Ammetto che per una volta ho guardato il film prima di aver letto il libro nonstante questo fosse nella mia wishlist da un paio di anni, ed è stata proprio la curiosità a spingermi ad andare a vederlo quasi a scatola chiusa e solo in seguito leggere il libro. In questa recensione cercherò di parlare anche del film, elencando le cose che ho apprezzato e quelle che invece non ho gradito.
Il cerchio è stato pubblicato nel 2014 e, sebbene parli di una società abbastanza futuristica, oggi come oggi la realtà che ci racconta l'autore sembra spaventosamente non solo possibile ma anche probabile in quanto descrive minuziosamente una società, e in particolare un'azienda (Il cerchio), alle prese costantemente con la spinta all'evoluzione digitale e tecnologica, il tutto reso possibile dalla convergenza delle informazioni private degli individui nel "social network" TruYou, che porta il concetto di social ad un nuovo allarmante livello, formato da informazioni strettamente personali come quelle sanitarie e bancarie e dove la privacy diventa una forma di bugia, negativa e mal vista dalla società. La narrazione è scorrevole, nonostante le quasi 400 pagine e la trama è molto intrigante con un senso di suspence interessante; fino alla fine rimani in conflitto con te stesso e con la protagonista su cosa sia giusto e sbagliato.
Il film l'ho trovato molto fedele al libro, cosa spesso rara, i dialoghi in alcuni punti della narrazione coincidevano e tutte le scene principali del libro sono state mantenute. La cosa che mi ha lasciato perplessa però è stata la differenza sul finale, non tanto la differenza sulla scena quanto per il diverso messaggio finale che arriva allo spettatore/lettore. Cerco di spiegarmi meglio senza svelarvi troppo: terminato di vedere il film al cinema, a caldo ho avuto la sensazione di una svolta nella visione della protagonista e mi è arrivato un certo tipo di messaggio che mi ha portato a delle riflessioni personali, cosa che invece non ho trovato per niente nel libro e che mi ha stupito non poco. Non ho gradito molto infatti il finale del libro, per quanto possa essere una scelta descrivere una visione pessimistica della realtà avrei gradito di più una svolta almeno ideologica.
Ho apprezzato invece molto il fatto che nonostante il libro sia impiantato sull'esaltazione di questo modello di vita puramente social (ma non sociale), la bravura dello scrittore sta nel dare al lettore gli strumenti per distaccarsi da quello che legge, riuscendo a far suscitare un senso critico che va contro ciò che nel libro sembra il mondo perfetto.
In un periodo come quello in cui ci troviamo adesso, dove la presenza o meno sui social viene visto come indicatore della popolarità e della vita sociale dell'individuo, e dove l'imperativo categorico è condividere tutto, sempre e comunque, più che la vita sui social bisognerebbe analizzare e trovare un equilibrio su quella che rimane fuori dai social media e renderla più sociale, in un contesto di essere umani e non esseri digitali.
"I SEGRETI SONO BUGIE; CONDIVIDERE E' AVERE CURA; LA PRIVACY E' UN FURTO"
Trama:
"Mio Dio, questo è un paradiso" pensa Mae Holland un assolato lunedì di
giugno quando fa il suo ingresso al Cerchio. Mai avrebbe pensato di
lavorare in un posto simile: la più influente azienda al mondo nella
gestione di informazioni web, un asteroide lanciato nel futuro e pronto a
imbarcare migliaia di giovani menti. Mae adora tutto del Cerchio: gli
open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani,
la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte
al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste
organizzate, perfino l'acquario con rarissimi pesci tropicali. Pur di
far parte della comunità di eletti del Cerchio, Mae non esita ad
acconsentire alla richiesta di rinunciare alla propria privacy per un
regime di trasparenza assoluta. "Se non sei trasparente, cos'hai da
nascondere?" è uno dei motti aziendali. Cioè, condividere sul web
qualsiasi esperienza personale, trasmettere in streaming la propria
vita. Nessun problema per Mae, tanto la vita fuori dal Cerchio non è che
un miraggio sfocato e privo di fascino. Perlomeno fino a quando un ex
collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per
creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze o
rende gli esseri umani più esposti e fragili, alla fine più
manipolabili? Se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla
forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi?
Trailer:
Buona lettura/visione!
ciao Jessica! complimenti per la recensione, mi piace il confronto libro/romanzo. Sono piuttosto curiosa di leggere il romanzo, anche se non ho trovato sempre commenti positivi. Ma la tua riflessione sull'intento dell'autore, e la differenza sul messaggio finale tra libro e film, mi ha convinto a dare una chance al romanzo! :) buone letture!!
RispondiEliminaCiao Lily, grazie per il tuo commento! Se alla fine leggerai il libro fammi sapere cosa ne pensi, sono curiosa di conoscere altri punti di vista ;) Buona serata!
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