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"La persona più pericolosa in questa stanza è lei, la segretaria"
Salve lettori!
Con questa recensione voglio parlarvi di uno degli ultimi libri letti a Dicembre, La segretaria, scritto da Renéè Knight che probabilmente ricorderete per il suo thriller d'esordio pubblicato nel 2015: La vita perfetta.
Christine è la segretaria perfetta, metodica e leale, per diciotto anni non ha mai lasciato il fianco di Mina Appleton e l'ufficio in cui lavora si è lentamente trasformato nella sua residenza principale. Conosce tutto di tutti, sa destreggiarsi tra appuntamenti e clienti ed è diventata indispensabile per il suo superiore.
Con questa recensione voglio parlarvi di uno degli ultimi libri letti a Dicembre, La segretaria, scritto da Renéè Knight che probabilmente ricorderete per il suo thriller d'esordio pubblicato nel 2015: La vita perfetta.
Christine è la segretaria perfetta, metodica e leale, per diciotto anni non ha mai lasciato il fianco di Mina Appleton e l'ufficio in cui lavora si è lentamente trasformato nella sua residenza principale. Conosce tutto di tutti, sa destreggiarsi tra appuntamenti e clienti ed è diventata indispensabile per il suo superiore.
Mina è a conoscenza di quanto Christine sia fondamentale e con ottime doti manipolatorie e pressioni psicologiche riesce a farla rimanere fedele per numerosi anni, facendosi mettere al primo posto davanti a tutto e non facendosi scrupoli nel pretendere anche l'impossibile dalla sua segretaria.
La storia si sviluppa nell'arco di diversi anni e sfruttando le vicende lavorative analizza da vicino le dinamiche tra le due donne protagoniste dal punto di vista psicologico, creando una interessante narrazione soprattutto quando non si riuscirà più a distinguere chi tra le due è in effettiva posizione di potere e chi di sottomessa.
La particolarità di questo libro etichettato come thriller è che non lo è, o meglio, lo è solo in parte. Si distanzia da quello che è l'immaginario collettivo del genere thriller in quanto è una narrazione estremamente focalizzata sulla manipolazione e la pressione psicologica e dove il crimine diventa quasi elemento di sfondo, sopito fino alla seconda metà del libro.
Uno dei punti forti è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi, in particolare il modo in cui viene mostrata pagina dopo pagina la personalità multisfaccettata di Christine in cui il confine tra dedizione e ossessione è sempre più labile e grazie alla quale l'impressione che il lettore ha è quella di non riuscire mai a comprendere del tutto quale svolta aspettarsi all'interno del libro.
Il ritmo della narrazione è lento, cadenzato, riflessivo, studiato per svilupparsi come la vicenda narrata senza avere troppi colpi di scena repentini e con un arco temporale che copre un decennio.
Un libro assolutamente consigliato per chi ama leggere le vicende tormentate di un personaggio la cui psiche è analizzata nella sua totalità e diventa la chiave di lettura per l'intero romanzo.
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